di GIUSEPPE ABBATI
I referendum, l’iniziativa della Emilia Romagna e quella ipotizzata dalla Puglia aprono una nuova era!
Incredibile ma vero, ci saranno Regioni di serie A, B e C: Regioni a statuto speciale, quelle virtuose (che vogliono lavorare di più) e le altre!
E’ auspicabile che tutte le Regioni seguano l’Emilia Romagna e richiedano al Governo ulteriore autonomia e maggiori risorse.
Non solo nuove entrate (come chiede la Lombardia) o peggio come vorrebbe il Veneto.
E’ possibile disegnare nuove Regioni con altri poteri e risorse secondo quanto stabilito dall’art.116 della Costituzione “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia (…) possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali (…). La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata”.
Ricordare l’art.5 (sulla parità) ed il 119 che recita: “….la legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante. Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite…
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni”.
Il Presidente del Veneto afferma: «Chiediamo una modifica alla Costituzione affinché il Veneto venga riconosciuto regione a statuto speciale». Infatti ha predisposto un disegno di legge di modifica del primo comma dell’art.116 della Costituzione, e dichiara: «L'innovazione proposta vuole offrire una risposta concreta alle esigenze della popolazione veneta emerse in tema di autonomia e federalismo negli ultimi anni».
I commenti sono tanti, tutti perplessi sulla richiesta del Veneto mentre il presidente della Liguria dichiara: «ogni regione dovrebbe essere a statuto speciale. Occorre dare ampi poter di autonomia nell’imposizione fiscale e nell’utilizzo delle tasse».
Gianclaudio Bressa, sottosegretario agli Affari regionali, afferma: «è una proposta che va contro l’unità e l’indivisibilità del Paese e quindi è contro la Costituzione» e prosegue: «È la Costituzione che ci indica la via e prevede una procedura particolare. La Corte Costituzionale, proprio valutando una legge del Veneto che poi ha dato origine al quesito del referendum, ha detto chiaramente che le regioni a statuto speciale sono le attuali cinque, e che le altre regioni possono avere maggiore autonomie secondo il percorso della Costituzione».
Non è possibile, infatti, accogliere le istanze di chi chiede solo nuove entrate!
E’ una grande opportunità per definire meglio il ruolo delle Regioni; ci sarà uno scontro tra chi vuole maggiori compiti e chi pensa di accentrare; un dato evidente: da quando l’emigrazione è passata alle Regioni si è bloccato tutto!
Può essere, invece, una grande occasione per ridisegnare e realizzare nuove Regioni o macroregioni capaci di competere ed affrontare adeguatamente la globalizzazione ed utilizzare tutti i fondi UE.
Una grande e importante sfida anche per la realizzazione della nuova Europa, cioè gli Stati uniti d’Europa!